Urinocoltura negativa e infezioni delle vie urinarie 

In breve

Urinocoltura negativa e vie urinarie infette 

La disuria (minzione dolorosa), per le donne, rappresenta dal 3% al 5% delle ragioni di visita in medicina generale. La disuria, insieme alla frequenza e all’urgenza urinaria sono i tipici segni predittivi di Infezioni delle Vie Urinarie (IVU). 

Le infezioni delle vie urinarie possono manifestarsi in tutti i soggetti, di qualsiasi età, anche se hanno un’incidenza maggiore nei pazienti di sesso femminile, e ciò a causa della conformazione anatomica della donna. Proprio perché queste presentano un’uretra più corta che nell’uomo: ciò provoca una sua maggiore vicinanza al retto e alla vagina, e quindi una più elevata possibilità di ingresso di germi

Le infezioni alle vie urinarie, note anche con la sigla UTI, comprendono: 

  • la cistite: è l’infezione che interessa la vescica, ed è la più comune. Può talvolta essere confusa con la vulvovaginite, che invece è un’infiammazione della vagina. La vulvovaginite e la cistite presentano, spesso i medesimi sintomi, quali bruciore e dolore durante la minzione. Tuttavia, imparare a riconosce se si tratta di vulvovaginite o cistite è di estrema importanza, in quanto le due patologie hanno cure e trattamenti diversi; 
  • l’uretrite: è l’infezione a carico dell’uretra
  • l’ureterite: è la patologia infettiva del dell’uretere; 
  • la pielonefrite: è l’infezione che coinvolge il rene, richiede cure immediate e se trascurata può provocare la perdita di funzionalità del rene e, nei casi più gravi, la morte del paziente. 

Queste infezioni rappresentano dopo quella respiratoria, e insieme alle vulvovaginiti, la causa più comune di infezione batterica. Infatti, il 60% – 80% degli episodi di IVU sono associati alla presenza significativa di batteri nelle urine. Tuttavia circa il 25-30% delle donne sintomatiche avrà un esito negativo alla valutazione della presenza di batteri.  

Uno studio coordinato da Stefen Heytens (“Ghent University”, Belgio) pubblicato su Clinical Microbiology and Infection ha valutato la presenza di un processo infettivo da E. coli in atto in donne con sintomatologia da IVU e urinocoltura negativa

I campioni urinari, raccolti da 220 donne sintomatiche, sono stati sottoposti a PCR quantitativa e confrontati con quelli di 86 volontarie sane senza sintomi. I ricercatori hanno osservato che circa il 30% dei campioni positivi ad E. coli, valutati con PCR, proveniva da donne sintomatiche con urinocultura negativa

La negatività all’urinocoltura, nonostante la presenza di infezione da E. coli, è correlata alla capacità del batterio di penetrare nelle cellule uroteliali e formare delle comunità batteriche intracellulari. Il batterio, all’interno della cellula, determina uno stato infiammatorio cronico e la conseguente sintomatologia (bruciore, dolore, urgenza minzionale, etc). 

Secondo questo studio l’esito negativo dell’urinocoltura sarebbe legato al fatto che, al momento dell’esame, il batterio si trova all’interno delle cellule uroteliali e non può essere intercettato nelle urine. Questi risultati suggeriscono che, in presenza di sintomatologia da IVU, nonostante l’urinocoltura negativa, esiste un’elevata probabilità – per le donne – di avere un’infezione da E. coli. 

urinocoltura negativa infezione agave group

Cos’è l’urinocoltura e quali infezioni consente di individuare 

L’urinocoltura è un esame microbiologico che si esegue su un campione di urina e richiede molte attenzioni nella raccolta e nel trasporto. L’urinocoltura consente di rilevare la presenza di batteri responsabili di infezioni a carico delle vie urinarie e di isolarli.  

A seguire, si esegue l’antibiogramma, un test di laboratorio che permette di valutare la sensibilità e la resistenza dei microrganismi, rilevati nelle urine, agli antibiotici. Uno dei batteri più comunemente presente nelle urine e causa della maggior parte delle infezioni urinarie è l’Escherichia Coli

Urinocoltura – Il metodo

Il metodo consiste nel raccogliere il getto intermedio di urina, scartando la prima parte che risulta contaminata dai microbi che si trovano normalmente sui genitali esterni e sullo sbocco dell’uretra. Anche uno scrupoloso lavaggio prima della raccolta, pur essendo raccomandabile, non evita questa possibilità di contaminazione. 

La raccolta delle urine deve avvenire il mattino stesso della consegna del campione. Il paziente deve dotarsi di un apposito contenitore sterile acquistato in farmacia o fornito dal laboratorio, avendo cura di non toccarne l’interno o i bordi con le mani.  

Un altro fattore che riduce l’attendibilità del campione è il tempo eccessivo che intercorre tra la raccolta del campione e l’allestimento della coltura in laboratorio. Un tempo maggiore di 20 minuti determina una crescita rapidissima dei microbi che potrebbero aver contaminato inizialmente il campione di urine. 

Urinocoltura – Lo scopo

Lo scopo consiste nel risalire alla causa dell’infezione urinaria che può essere riconducibile a vari patogeni: 

  • batteri (fra i più comuni abbiamo Escherichia Coli, Klebsiella pneumoniae, Proteus mirabilis); 
  • virus (tra cui l’Herpes simplex, che può colpire l’uretra e provocare l’infiammazione);
  • funghi (come il lievito, Candida albicans).

In quest’ottica, i parametri più rilevanti sono: 

  • la conta leucocitaria nel sedimento; 
  • la presenza di tracce di sangue; 
  • il pH. 

Una conta leucocitaria, il numero di globuli bianchi alti nel sedimento, indica la presenza di un’infiammazione acuta. Una conta, invece, poco superiore al range di riferimento è spia di un’infiammazione cronica non trattata.  

È dunque possibile avere un’urinocoltura negativa anche in caso di conta leucocitaria elevata, proprio perché l’elevato numero di globuli bianchi nel sedimento è indice di infiammazione e non di infezione batterica. 

La presenza di sangue va attentamente indagata con approfondimenti strumentali come l’ecografia, poiché può essere sintomo di gravi patologie come un tumore al rene o alla vescica

Il pH delle urine viene analizzato attraverso una cartina in grado di determinarne il livello. Il range di normalità è compreso tra 4.8 e 8.  

Oltre 8, si parla di pH basico o alkalino, sotto il 4.8 si parla di pH acido. La neutralità del pH è pari a 7. Variazioni del pH al di fuori del range di riferimento sono associate al rischio di formazione di calcoli renali. Nel trattamento di alcune infezioni delle vie urinarie si ricorre alla acidificazione del pH delle urine, per contrastare l’infezione stessa. 

Come si interpreta un risultato di urinocoltura negativa? 

L’urina è normalmente un liquido biologico sterile o, per lo meno, a bassa carica batterica, quindi l’urinocoltura fisiologicamente deve dare esito negativo

Dopo aver effettuato un’urinocoltura, il risultato può essere: 

  • Negativo: non è stata individuata la presenza di batteri nelle urine cioè con meno di 100.000 UFC/ml di urina (Unità Formanti Colonie, cioè batteri). Potrebbe capitare. Il caso tipico è quello di un paziente con cistite con urinocoltura negativa
  • Positivo: il numero di batteri è uguale o superiore a 100.000 UFC/ml (Unità Formanti Colonie). In tale caso il referto contiene, di norma, il nome del microrganismo rilevato (in genere Escherichia coli) e la concentrazione dello stesso; 
  • Inquinato: viene segnalata la presenza di batteri, ma in una quantità inferiore a 50.000 UFC/ml. In tal caso, si consiglia di ripetere l’esame, poiché è possibile che via sia stata una contaminazione. 

Una coltura che non mostra alcuna crescita dopo 24-48 ore indica assenza di infezione. Tuttavia, se i sintomi persistono e l’esame delle urine mostra la presenza di leucociti, si può ripetere l’esame colturale su un altro campione, per verificare la presenza di batteri a bassa conta o di altri microrganismi che non crescono in coltura (Chlamydia, Micoplasmi genitali, Gonococco, Herpes symplex, Trichomonas) e vanno ricercati con metodi molecolari.  

Il quadro clinico (prurito, dolore nella minzione, perdite uretrali, ecc) associato alla presenza di globuli bianchi e di un basso numero di microrganismi nell’urina è tipico della Sindrome uretrale acuta, che spesso è causata da patogeni sessualmente trasmessi (IST). 

urinocoltura negativa interpretazione esame agave group

Urinocoltura negativa, ma bruciore e minzione frequente persistono 

I sintomi tipici delle infezioni urinarie sono i seguenti:  

  • senso di bruciore quando si urina;  
  • un bisogno intenso, frequente e urgente di urinare;  
  • sensazione di peso o di dolore alla parte lombare della schiena o nella parte dell’addome sopra il pube;  
  • urine scure, torbide, con sangue o maleodoranti;  
  • sensazione di stanchezza o di fiacchezza;  
  • febbre o brividi di freddo

Quando questi sintomi persistono, ma l’urinocoltura risulta negativa si possono verificare 2 condizioni: 

  • Presenza di E. coli nelle cellule uroteliali e formazione di comunità batteriche intracellulari
  • Cistite abatterica o cistite interstiziale: nessun patogeno è responsabile della sintomatologia della cistite, allora si parla di Sindrome della vescica dolorosa ed è uno dei tipici casi in cui l’origine della cistite è incerta.  

La presenza di infezione da E. coli, è correlata alla capacità del batterio di penetrare nelle cellule uroteliali e formare delle comunità batteriche intracellulari. Il batterio, all’interno della cellula, determina uno stato infiammatorio cronico e la conseguente sintomatologia (bruciore, dolore, urgenza minzionale, etc). 

Secondo questo studio, l’esito negativo dell’urinocoltura sarebbe legato al fatto che, al momento dell’esame, il batterio si trova all’interno delle cellule uroteliali e non può essere intercettato nelle urine. Questi risultati suggeriscono che, in presenza di sintomatologia da IVU, nonostante l’urinocoltura negativa, esiste un’elevata probabilità – per le donne – di avere un’infezione da E. coli

I sintomi sono gli stessi di una cistite classica (bruciore e dolore durante l’emissione dell’urina, dolori pelvici al riempimento della vescica, stimolo impellente e frequente di urinare), ma in assenza di infezioni batteriche quindi con urinocoltura negativa. Appare chiaro quindi che in questi casi l’utilizzo di antibiotici non porta miglioramenti. 

La cistite interstiziale rappresenta una tra le patologie più complesse in ambito urologico. Stiamo parlando di una malattia infiammatoria cronica della vescica, che può essere estremamente debilitante.  

Per giungere ad una diagnosi certa di cistite interstiziale, l’urologo deve ricorrere a test diagnostici accurati, tra cui l’urinocoltura e la cistoscopia. Quest’ultimo è un esame endoscopico della vescica, che si esegue in anestesia generale o locale, allo scopo di valutare lo stato dell’organo. 

Che cos’è la cistite abatterica 

È una forma di infiammazione vescicale non sostenuta dalla presenza di batteri fecali. In questo caso le urine sono sterili, non sono presenti batteri, ma i pazienti presentano sintomi sono gli stessi di una cistite classica (bruciore e dolore durante l’emissione dell’urina, dolori pelvici al riempimento della vescica, stimolo impellente e frequente di urinare). 

urinocoltura negativa cistite batterica agave group

Cosa non fare prima di un’urinocoltura 

La preparazione del paziente per la raccolta di un campione di urine ottimale richiede le seguenti misure di attenzione

  • Non fare sforzi fisici ed astenersi dai rapporti sessuali nelle 12 ore antecedenti la raccolta; 
  • le donne in età fertile evitino la raccolta del campione di urina nel periodo mestruale
  • non mangiare dalla mezzanotte del giorno precedente all’esame.  

Come prevenire il rischio di infezioni del tratto urinario 

La prevenzione migliore ai fastidi della cistite è bere molto.  

Inoltre è consigliabile: 

  • non trattenere l’urina per troppe ore e svuotare bene la vescica più volte al giorno; 
  • regolarizzare l’intestino
  • assecondare lo stimolo alla minzione e pulirsi sempre con movimenti dall’avanti al dietro per evitare che i batteri passino dal distretto anale all’uretra, soprattutto nel caso delle donne; 
  • rispettare le norme igieniche e intensificarle durante il ciclo mestruale e dopo l’attività sessuale;
  • urinare dopo i rapporti sessuali
  •  evitare di indossare indumenti intimi troppo stretti o in tessuto sintetico.

HAI LETTO L'ARTICOLO
Urinocoltura negativa e infezioni delle vie urinarie 

Condividi sui social