Sintomi premenopausa: come riconoscerli, quanto durano e come affrontarli al meglio

In breve

Sintomi premenopausa: come si fa a capire quando si è in premenopausa

La premenopausa è la fase precedente alla menopausa, dove il ciclo è ancora presente, ma si assiste alla fluttuazione degli estrogeni con conseguente irregolarità del ciclo. Questa alterazione del numero di estrogeni in circolo si riflette sulla regolazione di diversi sistemi e tessuti:

  • Sistema Nervoso Centrale con alterazione del ciclo sonno /veglia; alterazione del tono dell’umore; alterazione della termoregolazione (vampate/sudorazioni); declino cognitivo
  • Sistema Cardiovascolare
  • Tessuti connettivi (ossa/mucose/pelle)
  • Tessuto adiposo con ridistribuzione della massa grassa e acquisizione di caratteri androidi


Per diagnosticare i sintomi della premenopausa lo specialista osserva principalmente le variazioni ormonali e le manifestazioni cliniche che precedono la menopausa.

Durante il periodo della premenopausa, che può iniziare anche diversi anni prima dell’ultima mestruazione e durare fino a 10 anni, le ovaie riducono gradualmente la produzione di estrogeni e progesterone, influenzando il metabolismo e il ciclo mestruale che inizia ad essere irregolare.

L’alterazione del ciclo è un indicatore molto significativo in ambito ginecologico e durante il periodo della premenopausa, una donna può sperimentare un ciclo mestruale irregolare, un flusso variabile e in alcuni casi anche amenorrea o assenza di ciclo.

Queste alterazioni, insieme a sbalzi d’umore e irritabilità, vampate di calore e cali di energia, possono suggerire l’avvicinarsi della menopausa. Per capire se non si tratta di altre patologie, ma di una fase fisiologica della donna, è importante comprendere la frequenza e l’entità di questi segnali.

Un altro segnale utile per comprendere se una donna si trova in premenopausa è l’alterazione del microbiota vaginale, che può causare perdite acquose o favorire infezioni localizzate, causando secchezza vaginale che possono creare notevoli disagi fisici. Anche il sistema urinario può essere convolto dai cambiamenti ormonali, causando disturbi nella minzione.

In conclusione, solo una valutazione clinica accompagnata da monitoraggi periodici consentono di poter riconoscere alcuni segnali precoci e prepararsi con serenità al periodo successivo, adottando magari un approccio terapeutico personalizzato, in modo puntuale e tempestivo.  

Come si presentano le ultime mestruazioni prima della menopausa?


Prima della menopausa le mestruazioni in una donna sono caratterizzate da un flusso che si presenta variabile e irregolare, con un’intensità che può essere ridotta oppure aumentare all’improvviso, alternando cicli prolungati o più brevi.

Inoltre le donne possono lamentare spotting, perdite acquose oppure assenza delle mestruazioni per svariate settimane, fino ad arrivare all’amenorrea definitiva. Queste irregolarità sono dovute alle oscillazioni di estrogeni e progesterone. In questa fase si possono manifestare anche malesseri vari: sensazione di gonfiore, crampi e dolori muscolari leggeri associati a cali di energia e stanchezza cronica.

Il flusso mestruale in questi casi andrebbe sempre monitorato, per poterne annotare volume e durata, in modo tale da riuscire a capire meglio se si tratta di altre patologie oppure è legato alla fase fisiologica che la donna sta attraversando. L’aiuto di un medico specialista in questa fase è molto importante, perché può aiutare a valutare l’andamento del ciclo mestruale con più accuratezza e a gestire al meglio i vari disturbi correlati.

Quanto dura il ciclo in premenopausa?


Considerando l’irregolatezza del ciclo mestruale in premenopausa, stabilirne la durata precisa è complesso: essa infatti può variare sensibilmente da meno di ventuno giorni a oltre trentacinque giorni.

Il calo di estrogeni e progesterone modifica la fase follicolare e luteale, che determinano cicli irregolari con periodi anovulatori che possono rendere più lunga l’attesa dell’ovulazione oppure al contrario, anticiparla. In alcuni casi, l’ovulazione salta, determinando assenza di ciclo per uno o più mesi, prima di riprendere con flussi alterati.

Anche il periodo delle mestruazioni, ovvero di sanguinamento vero e proprio, può variare: può essere breve e quindi durare 1-2 giorni oppure può prolungarsi oltre i 7 giorni; in alcuni casi può esserci solo spotting intermittente, sanguinamento a “macchie” tra i vari cicli oppure, come già anticipato, saltare del tutto.

A che età si inizia la premenopausa?


Una donna entra nel periodo della premenopausa intorno ai 40-50 anni; infatti, questo periodo è una fase transitoria che anticipa la menopausa che si definisce poi tale dopo dodici mesi consecutivi di amenorrea.

Generalmente le donne che hanno una storia familiare di menopausa precoce o con condizioni che alterano la funzionalità ovarica, la premenopausa può manifestarsi precocemente. A influenzare il decorso della fase ormonale possono essere anche fattori endocrini e metabolici, come la riduzione di estrogeni oppure i cambiamenti del metabolismo lipidico. Anche lo stile di vita, la nutrizione e lo stress incidono sull’età di insorgenza, anticipando l’ingresso in questa fase.

Come già ribadito più volte, il monitoraggio periodico dei livelli ormonali e delle alterazioni mestruali, può aiutare ad indentificare meglio l’ingresso in questa fase. La menopausa e di conseguenza anche la premenopausa, presentano segnali più espliciti rispetto all’andropausa maschile, con sintomi più intensi che iniziano più precocemente rispetto a quelli dell’andropausa.

Sintomi premenopausa: frequenza e tipologia dei disturbi più comuni


I sintomi e i disturbi più comuni che una donna lamenta durante il periodo della premenopausa possono essere vari:

  • Alterazione del ciclo mestruale: in questa fase il ciclo inizia ad essere irregolare, più breve o più lungo rispetto alla norma. Come già anticipato, le fluttuazioni ormonali (estrogeno e progesterone) possono causare flussi irregolari, spotting e a volte amenorrea temporanea.
  • Spossatezza e dolori muscolari: la diminuzione degli ormoni in circolo provoca stanchezza cronica e cali di energia. Molte donne dichiarano di sentirsi spesso spossate e di soffrire di dolori muscolari lievi e piccoli crampi a livello lombare e delle gambe.
  • Sbalzi d’umore, ansia e irritabilità: il disequilibrio ormonale determina alterazioni nei neurotrasmettitori responsabili della regolazione emotiva. Questo comporta sbalzi d’umore repentini, ansia e irritabilità con conseguenti difficoltà a mantenere la concentrazione durante la giornata, interferendo anche con la qualità del sonno.
  • Mal di testa e difficoltà di concentrazione: le oscillazioni ormonali possono interferire con le funzioni cognitive, portando a perdita di concentrazione, calo delle performance lavorative e compromissione della memoria episodica. A questi disagi si affianca la comparsa di cefalea ricorrente e mal di testa di diversa intensità, spesso associate a tensione muscolare e a rigidità dei muscoli cervicali.
  • Aumento di peso: a partire dalla fase premenopausale, il metabolismo rallenta e questo tende a favorire l’accumulo di grasso corporeo. I livelli di estrogeni, cambiando, influenzano la distribuzione dei lipidi e così aumentano il rischio di obesità, in quanto alterano il rapporto tra massa grassa e magra. Inoltre i cambiamenti nel metabolismo e le oscillazioni ormonali facilitano anche la ritenzione idrica.
  • Problemi urogenitali: la riduzione degli estrogeni influisce sull’elasticità dei tessuti vaginali e delle vie urinari, causando secchezza vaginale, perdite anomale, microbiota vaginale alterato e infezioni recidivanti. Si può verificare anche un indebolimento del muscolo pelvico che può provocare incontinenza e altri problemi urinari. Inoltre, con l’alterazione del microbiota vaginale, è possibile riscontrare anche prurito e infezioni batteriche.

Tutti questi segnali sono tipici del periodo della menopausa e quindi possono iniziare ad apparire in forma più lieve e meno aggressiva, anche nel periodo premenopausale, indicando un campanello d’allarme per la donna. È comunque consigliabile rivolgersi a un medico per scongiurare la presenza di altre patologie.

Sintomi premenopausa disturbi

Quanto dura la premenopausa?


La premenopausa ha una durata variabile che dipende dalla singola donna, e comprende quel periodo immediatamente prima alla menopausa, che culmina con la cessazione definitiva del ciclo mestruale (da almeno 12 mesi). In questa fase la donna inizia a scorgere i primi sintomi della menopausa ed alcune donne la sperimentano per pochi mesi, mentre per altre può iniziare anche qualche anno prima dell’amenorrea definitiva.

Ciò che può aiutare a seguire il progressivo avvicinamento alla menopausa, come abbiamo già affrontato nei paragrafi precedenti, è non solo la diagnosi dei sintomi ma soprattutto un monitoraggio periodo, esami ematici e valutazioni con il proprio ginecologo. Infatti, per riuscire ad entrare in questa fase in maniera più preparata, è cruciale adottare strategie personalizzate che aiutino a ridurre vampate, cali di energia e tutti i disturbi associati.

Conoscere questa durata aiuta a pianificare visite ginecologiche tempestive e prevenire anticipate disturbi ormonali significativi.

Premenopausa VS perimenopausa: le differenze spiegate in modo semplice


Premenopausa e perimenopausa sono termini talvolta usati come sinonimi, ma presentano differenze specifiche.

È importante chiarire che la menopausa è un percorso che comprende diverse fasi, ognuna caratterizzata da sintomi specifici.

Le perimenopausa è tutto il periodo che circonda la menopausa: da 10 anni prima della sua definitiva comparsa, fino a 12 mesi dopo cessazione ciclo. Nel periodo che precede la menopausa, la donna è quindi ancora fertile, ma si avvicina lentamente alla menopausa. 

La premenopausa (detta anche transizione menopausale) indica il periodo immediatamente precedente alla menopausa ed è la fase in cui la donna inizia a sperimentare le prime variazioni ormonali e i primi sintomi tipici della menopausa, con cicli irregolari, fluttuazioni di estrogeni e progesterone, vampate di calore, cali di energia e concentrazione e tutti i sintomi descritti nel dettaglio nei paragrafi precedenti.

A differenza dell’andropausa maschile, che coinvolge livelli di testosterone in modo graduale, la transizione menopausale nella donna presenta oscillazioni ormonali più marcate.

La post-menopausa invece è la fase terminale del percorso, che inizia un anno dopo l’ultima mestruazione. Durante la post-menopausa, i livelli di estrogeni sono stabili al loro minimo, e molte donne sperimentano una riduzione dei sintomi rispetto alle fasi precedenti. Tuttavia, possono ancora essere presenti occasionalmente: vampate di calore, sudorazioni notturne e secchezza vaginale. In questo periodo molte donne riflettono sulle loro esperienze e cercano di mantenere uno stile di vita sano per garantire il benessere a lungo termine.

Infine c’è la fase senile, in cui scompaiono totalmente tutti i sintomi.

Sintomi premenopausa perimenopausa

Cosa si può fare per affrontare la premenopausa: 3 suggerimenti pratici per viverla al meglio

Per gestire i sintomi della premenopausa in modo efficace e consapevole, è possibile adottare tre strategie pratiche che uniscono stile di vita e supporto nutrizionale, per riuscire a vivere questa fase della vita in modo più sereno.

1. Alimentazione funzionale e integrazione mirata

Per sostenere l’equilibrio ormonale, è davvero importante seguire una dieta equilibrata, che includa frutta, verdura e legumi e che preferisca i cerali integrali, che oltre ad essere ricchi di fibre, riducono i picchi glicemici (che possono aggravare l’irritabilità) e le fonti di proteine più leggere (pollo, tacchino, pesce, legumi e tofu), che sono facilmente digeribili e contengono meno grassi saturi, riducendo il rischio di accumulo di peso.

A una dieta varia, è utile associare integratori alimentari mirati con attivi utili per il periodo della premenopausa e della menopausa. Ad esempio, l’estratto di zafferano standardizzato al 3,5% in Lepticrosalides®, composto da molecole bioattive del fiore, che ha mostrato in uno studio clinico 1 su 86 donne una riduzione importante di vampate e sudorazioni già dopo le prime 4 settimane, oltre a un miglioramento dei sintomi psicologici rispetto al placebo.

Un altro principio attivo utilissimo in questa fase è l’equiseto, che grazie al suo contenuto di silicio 2, può essere un valido supporto per la salute di pelle, unghie e capelli, contribuendo al benessere dei tessuti connettivi.

Infine, la palmitoiletanolamide (PEA), una sostanza naturalmente prodotta dal nostro organismo, è nota per il suo ruolo nel sostenere la modulazione del dolore 3 e dell’infiammazione, prolungando l’azione degli endocannabinoidi endogeni.

2. Movimento costante e personalizzato

Per contrastare l’aumento di peso, il consiglio è quello di affiancare l’attività fisica quotidiana alla dieta equilibrata. Aiuta a preservare la massa muscolare e a favorire anche il benessere mentale.

L’ideale sarebbe un mix di esercizi aerobici che siano delicati per le articolazioni (camminata veloce, bicicletta, aerobica dolce, acqua gym, danza) ed esercizi di resistenza (squat, affondi, sollevamenti del bacino, ma anche esercizi con strumenti come bande elastiche o manubri leggeri).

È sempre positivo integrare l’attività fisica nella routine quotidiana, riservando all’attività di resistenza 1 o 2 giorni a settimana. Lo sport infatti stimola il rilascio di endorfine, riduce l’ansia, migliora l’umore e la qualità del sonno, oltre che a contrastare la perdita di massa muscolare (sarcopenia), mantenere o aumentare la densità ossea (prevenzione dell’osteoporosi) e accelerare il metabolismo.

Se si parla di esercizi, è importante considerare anche quelli per il pavimento pelvico, per rafforzare la muscolatura e ridurre l’incontinenza 1 .

Sintomi premenopausa attività fisica

3. Gestione dello stress e cura quotidiana

Per aiutare a diminuire le vampate e l’irritabilità, risultano molto utili le tecniche di rilassamento come la meditazione, lo yoga o la respirazione profonda. Prendersi un momento di relax per sé stesse e prendersi cura del proprio corpo è necessario in una fase di transizione così delicata.

Infatti, è utile ricordarsi di rimanere sempre idratate, per prevenire la secchezza vaginale e i disturbi urinari, limitare il consumo di caffeina e alcol e scegliere detergenti intimi con pH neutro per preservare il microbiota vaginale.

Ma prendersi cura di sé stesse include anche concedersi dei momenti di sano relax, come un bagno caldo, una lettura di un buon libro in tranquillità o dedicarsi ad attività ed hobby che fanno bene alla salute psicologica!


1. Lopresti A. et al. 2021- The Effects of a Saffron Extract (affron®) on Menopausal Symptoms in Women during Perimenopause: A Randomised, Double-Blind, Placebo-Controlled Study. J Menopausal Med.

2. Nielsen F.H. 2014 – Update on the possible nutritional importance of silicon. Journal of Trace Elements in Medicine and Biology

3. Rankin. L et al. 2020 – The Basal Pharmacology of Palmitoylethanolamide. Int. J. Mol. Sci.

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