La vitamina D non è importante solo per la salute delle ossa: svolge un ruolo essenziale anche per il cervello e l’equilibrio mentale. Una sua carenza può infatti influire su memoria, concentrazione e umore, fino a favorire disturbi neurologici e cognitivi.
Scopri quali sono i principali sintomi, i campanelli d’allarme e i rimedi naturali per mantenere mente e sistema nervoso in salute.

Carenza vitamina D sintomi neurologici, quando il cervello invia i primi segnali di allarme
La carenza di vitamina D interessa oggi quasi un miliardo di persone[1] nel mondo. Gli individui più a rischio nello sviluppare carenza di vitamina D possono avere apporti alimentari insufficienti dovuti a consumi inadeguati oppure ad alterazioni metaboliche della vitamina D in presenza di insufficienza renale o epatica.
Un’altra causa molto comune della carenza di vitamina D può essere una ridotta esposizione alla luce solare; infatti,la vitamina D₃ viene sintetizzata a livello cutaneo per effetto della radiazione ultravioletta (UV).
La sintesi della vitamina D può essere compromessa anche dall’inquinamento atmosferico, un problema comune ormai, in quanto il particolato assorbe la radiazione UVB, riflettendo la luce solare; di conseguenza quest’ultima, fondamentale per la produzione di vitamina D, non viene assorbita dalla pelle.
Infine, individui che fanno uso di alcuni farmaci, quali immunosoppressori, glucocorticoidi, antiepilettici, antifungini e antiretrovirali, possono essere carenti di vitamina D in quanto queste tipologie di farmaci possono aumentare il catabolismo della vitamina D.
È ormai riconosciuto che questa carenza possa essere responsabile di numerose patologie extra scheletriche. Infatti, oltre alla salute delle ossa, la vitamina D contribuisce al corretto funzionamento del sistema nervoso. Recenti studi hanno evidenziato come livelli insufficienti di questa vitamina possano influire su funzioni cognitive fondamentali, tra cui memoria, concentrazione e umore.
La vitamina D, agendo come un vero e proprio neurosteroide, sembra sia in grado di rivestire un ruolo cruciale nei vari processi di proliferazione, differenziazione, neurotrofismo e neuroplasticità, influenzando non solo direttamente i processi cellulari, ma anche modulando l’espressione genica.[2]
I sintomi neurologici iniziali spesso si manifestano in modo subdolo:
- stanchezza cronica,
- difficoltà di concentrazione,
- lieve confusione mentale o apatia. [3]
Riconoscerli tempestivamente è il primo passo per prevenire conseguenze più serie, come disturbi dell’umore, insonnia o alterazioni della risposta cognitiva.
Vitamina D e sistema nervoso: cos’è e perché è fondamentale per l’equilibrio mentale
La vitamina D è una sostanza liposolubile che oltre a svolgere un ruolo chiave nel metabolismo del calcio, è implicata anche nella salute del sistema nervoso centrale. La produzione endogena principale avviene attraverso l’esposizione al sole, mentre la parte minore proviene dall’alimentazione (in particolare da pesci grassi, uova e latte fortificato).
A livello cerebrale, la vitamina D modula l’espressione genica per la sintesi di neurotrasmettitori come dopamina e serotonina, influenzando direttamente quindi umore, memoria e capacità di concentrazione.
In aggiunta la vitamina D gioca un ruolo anche come modulatore infiammatorio, riducendo l’infiammazione cronica che può compromettere la funzionalità dei neuroni. Per questo motivo una sua carenza prolungata può interferire con la plasticità neuronale e aumentare il rischio di depressione e disturbi cognitivi.
Secondo una ricerca pubblicata nel 2022 su Frontiers in Neuroscience[4], gli individui con bassi livelli di vitamina D mostrano maggiori alterazioni della connettività cerebrale e riduzione delle performance mnemoniche.
Mantenere livelli adeguati di questa vitamina rappresenta, dunque, una strategia di prevenzione essenziale per preservare benessere mentale ed equilibrio psicologico lungo tutto l’arco della vita.
5 sintomi neurologici della carenza di vitamina D
1. Stanchezza mentale e affaticamento cronico: il primo segnale da ascoltare
La stanchezza cronica è uno dei segnali più precoci della carenza di vitamina D. Chi ne soffre può avvertire un senso costante di debolezza e affaticamento, anche dopo un adeguato riposo. Secondo The Journal of Clinical Sleep Medicine[5], bassi livelli di vitamina D sono correlati infatti ad una ridotta qualità del sonno e a una maggiore sensazione di spossatezza mentale.
2. Difficoltà di concentrazione, confusione e perdita di memoria: il cervello in affanno
Quando la vitamina D scarseggia, vi è una disfunzione neurochimica a livello delle cellule nervose. Si possono manifestare così difficoltà di concentrazione, momenti di confusione e piccoli vuoti di memoria. Questi sintomi neurologici sono spesso scambiati per stress o ansia, ma in realtà sono manifestazioni della sua carenza.
3. Irritabilità, ansia e depressione: la carenza di vitamina D influenza l’umore
Numerosi studi (tra cui un’indagine condotta nel 2021 dall’Università di Amsterdam)[6], hanno collegato la carenza di vitamina D a un aumento dei disturbi dell’umore.
La riduzione dei livelli di serotonina, regolata da questa vitamina, può favorire irritabilità, ansia e depressione e integrare la vitamina D in soggetti carenti, ha portato miglioramenti anche alla stabilità emotiva. Altri studi[7] evidenziano il ruolo della vitamina D nel contrastare anche la depressione stagionale.
4. Insonnia e sonno disturbato: quando la vitamina D regola anche il riposo
La vitamina D partecipa alla regolazione del ritmo circadiano e alla produzione di melatonina[8]. Una sua insufficienza può portare a insonnia, sonno leggero e risvegli frequenti. E questa condizione impatta a sua volta sull’aspetto psicologico andando ad alimentare circoli viziosi.
5. Formicolii e crampi muscolari: sintomi neuromuscolari da non trascurare
La vitamina D interviene nel corretto equilibrio elettrolitico e nella trasmissione nervosa ai muscoli. La sua mancanza può causare formicolii, crampi muscolari e sensazioni di debolezza diffusa.

Quali sono i sintomi psicologici della carenza della vitamina D?
Oltre ai disturbi fisici, la carenza di vitamina D può manifestarsi attraverso veri e propri sintomi psicologici. Si parla di apatia, perdita di motivazione, irritabilità e un generale calo dell’interesse verso le attività quotidiane.
La letteratura scientifica ha dimostrato che la vitamina D influenza le aree cerebrali legate alla regolazione dell’emotività, come l’ippocampo e la corteccia prefrontale, pertanto, deficit di vitamina D contribuiscono allo sviluppo di depressione stagionale e alterazioni del tono dell’umore.
La mancanza di vitamina D può anche amplificare la percezione dello stress e compromettere la capacità di reagire positivamente agli stimoli esterni. Nei casi più gravi, la carenza cronica può contribuire a disturbi dell’adattamento o ad ansia generalizzata.
Per questo motivo, mantenere livelli adeguati di vitamina D non rappresenta solo un fattore fisico, ma anche una vera e propria tutela del benessere mentale.
Carenza vitamina D nei bambini: il lato nascosto di capricci, apatia e ritardi cognitivi
Nei bambini, la carenza di vitamina D può incidere profondamente sullo sviluppo del sistema nervoso e delle capacità cognitive. I piccoli che presentano bassi livelli di questa vitamina possono manifestare apatia, irritabilità e un ridotto interesse per il gioco o l’apprendimento.
Secondo una revisione pubblicata su Journal of Pediatric Neurology nel 2022[9], esiste una correlazione tra deficit di vitamina D e ritardi cognitivi nei bambini in età prescolare. Inoltre, la mancanza prolungata può interferire con il sonno, provocando insonnia o sonno leggero, con ripercussioni sull’attenzione e sulla memoria.
Un corretto apporto di vitamina D, attraverso l’esposizione al sole e un’alimentazione equilibrata, favorisce la maturazione neuronale e il benessere psicologico. I pediatri raccomandano controlli periodici dei livelli sierici, soprattutto nei mesi invernali o nei bambini che trascorrono poco tempo all’aperto.
Pertanto, intervenire precocemente significa non solo prevenire problematiche ossee, ma anche sintomi neurologici e psicologici che possono manifestarsi a causa di questa carenza.

La carenza di vitamina D aumenta il rischio di Alzheimer?
Numerosi studi hanno evidenziato un legame tra carenza di vitamina D e rischio aumentato di sviluppare malattie neurodegenerative, tra cui l’Alzheimer. Una meta-analisi pubblicata nel 2023 su Neurology ha mostrato che soggetti con bassi livelli plasmatici di vitamina D hanno fino al 60% di probabilità in più di sviluppare declino cognitivo.[10]
La vitamina D infatti contribuisce alla protezione dei neuroni riducendo l’infiammazione e favorendo la rimozione delle placche beta-amiloidi, tipiche della malattia di Alzheimer. Una sua carenza cronica, pertanto, compromettendo la comunicazione sinaptica, va ad accelerare i processi di invecchiamento cerebrale e le disfunzioni cognitive.
Anche in età avanzata è fondamentale portare avanti una corretta alimentazione ed una corretta esposizione solare che possa contribuire a mantenere adeguati livelli di vitamina D nel sangue. In caso di carenza poi, l’integrazione può rappresentare un valido strumento. L’obiettivo è preservare la memoria e la salute mentale in età avanzata.
Esposizione al sole e alimentazione: i rimedi naturali più efficaci per contrastare la carenza di vitamina D
I rimedi più efficaci contro la carenza di vitamina D sono semplici e naturali. L’esposizione al sole resta il principale alleato: bastano 15–20 minuti al giorno di luce solare diretta su viso e mani per stimolare la sintesi cutanea della vitamina D.
Tuttavia, in inverno o in presenza di scarsa luminosità, può essere utile integrare l’assunzione della vitamina D per via esogena o attraverso l’alimentazione o, in caso di problematiche metabolicheche ne comprometterebbero l’assorbimento, attraverso l’integrazione alimentare.
Tra gli alimenti più ricchi di vitamina D troviamo salmone, tonno, uova, latte e cereali fortificati. Una dieta equilibrata è in grado di supportare anche la salute del sistema nervoso, migliorando concentrazione e umore, proteggendo anche il cervello da sintomi neurologici e cognitivi.

Carenza vitamina D sintomi neurologici, quando è il momento di consultare un medico
È importante rivolgersi a un medico quando i sintomi neurologici, come stanchezza cronica, confusione, irritabilità, insonnia o crampi muscolari, persistono nel tempo. Un semplice esame del sangue può valutare i livelli di 25(OH)D, la forma attiva della vitamina D.
Riconoscere e trattare precocemente la carenza di vitamina D consente di prevenire eventuali complicanze. Gli specialisti raccomandano un approccio integrato che includa
- alimentazione,
- esposizione al sole,
- integrazione alimentare, se necessario.
Prestare attenzione ai segnali inviati dal cervello è fondamentale: dietro una persistente sensazione di affaticamento o umore basso può celarsi un semplice squilibrio vitaminico. Intervenire tempestivamente significa proteggere non solo il corpo, ma anche la mente e la sua funzionalità.
Riferimenti:
[1] G. Z. et al., Role of Vitamin D in Cognitive Dysfunction: New Molecular Concepts and Discrepancies between Animal and Human Findings, Nutrients, 2021.
[2] ibidem
[3] D. G.C. et al., Review: the role of vitamin D in nervous system health and disease, Neuropathol Appl Neurobiol., 2013.
[4] G. N. J. et al., Vitamin D, cognition and brain health: The role of vitamin D receptors in the central nervous system, Frontiers in Neuroscience, 2022.
[5] M. J. et al. , Vitamin D and sleep regulation: A review of the literature, The Journal of Clinical Sleep Medicine, 2015.
[6] L. et al., Vitamin D supplementation and mood improvement: a randomized controlled trial. University of Amsterdam, Department of Psychiatry, 2021.
[7] P. G.B. et al., Vitamin D and depression, J Affect Disord., 2017.
[8] R.F., et al., Vitamin D and Sleep Regulation: Is there a Role for Vitamin D?, Curr Pharm Des, 2020.
[9] B.S. et. al., Vitamin D and cognitive development in early childhood: A systematic review, Journal of Pediatric Neurology, 2022.
[10] H. W. et al., Vitamin D deficiency and risk of Alzheimer’s disease: A meta-analysis, Neurology, 2023.
